In questi giorni si parla in maniera ossessiva, direi, tra addetti ai lavori e meno addetti, della data del 2 giugno 2015 che vedrà entrare ufficialmente in vigore le nuove disposizioni e regole per i siti web in merito alla Cookie Law. Se ti aspetti di leggere una soluzione a questo problema, non è questo l’articolo per te. Ti parlerò di altro, faccio un passo avanti (fatto già nel 2012).

Premessa (semplice) per i non addetti ai lavori: cosa è la Cookie Law

La Cookie Law (o legge sui cookies) è, per l’Italia, il recepimento di una normativa europea che, senza fartela troppo lunga, impone che il tuo sito web blocchi preventivamente i cookies (in alcuni casi) e mostri ai visitatori un “terrifcante” messaggio che “avverte” (e io direi spaventa e/o infastidisce in molti casi, poi ti spiegherò perchè) l’utente che naviga il tuo sito web del fatto che questo usa “mostruosi” files chiamati appunto cookies che verranno installati sul suo terminale.

Hai già capito di cosa ti sto parlando?

Già nel 2012, quando è venuta fuori questa (controversa) normativa, avevo iniziato a parlarne con qualche cliente accennandogli che prima o poi ci saremmo dovuti adeguare a questa nuova “assurdità” legislativa.

Perchè dico assurdità? Perchè il web è più veloce della burocrazia e del legislatore che forse fa fatica a stare al passo con strumenti e dinamiche che richiederebbero differenti strumenti e soluzioni normative.

In pratica per regolamentare i grossi big (Facebook, Google, etc…) nell’utilizzo e nella raccolta di dati personali, anche attraverso l’uso di cookies, cosa più che giusta (si, ma siamo sicuri che abbia davvero senso? E qui si aprirebbe un altro tema che non voglio trattare ora) nel calderone ci finisce poi chiunque, dal blogger, al sito dell’hotel.

Il 2 Giugno passerà, una soluzione la troveremo, e poi?

Poi, passato questo momento di smarrimento in cui tutti cercano una soluzione per “mettersi in regola”, la nebbia si dissolverà e in molti inizieranno a vedere quello che un Cliente mi ha detto per telefono nel 2012 appena gli ho accennato della storia dei cookies (Cliente che opera in un mercato mondiale): “questo significa che un mio competitor in America che non deve sottostare a questa legge non deve mostrare quell’inutile avviso e invece io sul mio sito devo mostrare un messaggio che parla di cookies, che l’utente non sa neppure cosa siano, e magari lo spaventa pensando che c’è un virus!”

Ecco cosa comporta la cookie law: al lupo al lupo!

Prima o poi gli utenti si abitueranno a vedere su tutti questi siti italiani ed europei questi fastidiosissimi messaggi che ti avvertono del fatto che “l’acqua è trasparente” e cliccheranno infastiditi per rimuovere quel pop-up-banner-coso senza farci neppure più caso. Altri invece non lo cliccheranno, perchè non si sa mai e se il sistema non è ben progettato e quindi se non li attiva automaticamente appena l’utente scrolla (consenso) il sito non funzionerà correttamente in alcuni casi. Peggio ancora per tutti quei siti che richiedono il consenso esplicito dell’utente per far funzionare i banner AdSense, etc…

Meanwhile in the old wild west…

Nel frattempo nel resto del mondo i siti dei tuoi competitor non sono alle prese con questi inutili messaggi spaventa-utenti e soprattutto non saranno alle prese con sanzioni astronomiche (si parla di multe fino a 120.000€) che verranno rilevate da umani e quindi ci sarà sempre di mezzo la discrezionalità del caso e l’interpretazione di leggi a volte poco chiare.

Non tutto è perduto, la soluzione c’è anche se in questi giorni sembra che tutti si siano smarriti

E’ dal 2012 che cerco di capire con l’Ufficio del Garante per la Privacy che cosa fare. Ti racconto cosa ho capito.

Ho capito che tutti stanno cercando di dare una soluzione “semplice” per quanto possibile ad un problema. Ho capito che anche per loro non è stato semplice cercare di definire un modo pratico e snello da applicare in linee guida. Ho capito che anche loro sono umani e hanno avuto dubbi e difficoltà e che parlando con un operatore piuttosto che un altro l’interpretazione potrebbe essere differente. Ho capito soprattutto che alla fine non saranno loro (ovviamente, ma questo lo sapevo già) a rilevare infrazioni e commissionare sanzioni.

Infine ti racconto che, al di là di quello che ognuno di noi prova a capire informandosi direttamente, non sta a te trovare la soluzione, tu la devi applicare, demandando a legali competenti la “soluzione” ai quali magari devi far competere anche parte della responsabilità. Ovvio che poi la parte attuativa è strettamente connessa con la soluzione stessa, e qui sta il bello dell’applicazione.

Il buon senso

Io credo che prevarrà il buon senso, che il 2 giugno 2015 non sarà la fine del mondo e che non inizieranno a fioccare multe come se piovesse (spero!). Credo che ci sarà un periodo di “rodaggio” in cui tutti dovremo preoccuparci di come risolvere nel migliore dei modi questa questione.

Noi abbiamo iniziato da tempo a studiare la soluzione che ci soddisfacesse di più per offrire ai nostri Clienti un sistema professionale, flessibile e soprattutto il meno invasivo e invadente possibile proprio nell’ottica e nello spirito di quello che ti ho raccontato in questo articolo: minimizzare l’impatto del messaggio di “allerta”.


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