Mi capita spesso di leggere articoli che parlano del posizionamento del tuo hotel in prima pagina su Google. E’ normale che ci siano tanti articoli a riguardo, questo è un tema caro a tutti e sappiamo bene quanto gli albergatori ci tengano ad essere in prima pagina su Google per la chiave di ricerca hotel Senigallia, hotel Ancona, hotel [nome città], etc…

In questo articolo non voglio soffermarmi tanto sugli importantissimi aspetti tecnici e concettuali della SEO per il tuo hotel, che è comunque sempre bene che tu conosca quando fai (o meglio fanno per te) SEO per hotel. Voglio porre l’attenzione sulla strategia legata a questi aspetti e la domanda che ti faccio parte da questa considerazione.

Hotel in prima pagina su Google: lo voglio! Si, ma poi, sai come sfruttare quell’ottima posizione?

Sei (finalmente!… ma attenzione, non è per sempre se non ci lavori continuamente!) in prima pagina su Google con la chiave di ricerca a te tanto cara, per esempio “hotel Senigallia“. Lo hai voluto e desiderato tanto poter digitare tu stesso quella bellissima key nella minimale barra di ricerca di Google e con orgoglio ora vedi comparire proprio il nome del tuo hotel tra i primi risultati. L’hai voluto tu, perchè hai pensato a cosa digiterà l’utente nella barra di ricerca di Google, per esempio “hotel Senigallia”.

Hai fatto caso che ho evidenziato la parola “cosa”?

Cosa digiterà l’utente nel motore di ricerca è la sintesi della sua necessità e/o del suo bisogno

Cerco di spiegarti quallo che intendo partendo dal fatto che essere in prima pagina con la chiave di ricerca “hotel Senigallia” (per esempio) non equivale ad una prenotazione assicurata. Dico questo perchè spesso mi sembra di vedere un po’ confusione su questo aspetto. Ovvio, non ti direi mai che è inutile cercare di essere primi su Google, anzi, ma vorrei farti capire il senso di essere il primo hotel su Google (per una certa query di ricerca), rispondendo appunto alla domanda del titolo di questo articolo: e poi?

Poi? Appunto, non hai riscontrato quell’aumento di vendite di camere che ti aspettavi da questa operazione. Perchè? Bhè, qui il discorso si complica e bisognerebbe valutare caso per caso ogni situazione analizzando i dati a disposizione, la strategia di vendita sulle OTA adottata rispetto al tuo booking engine, le operazioni di disintermediazione fatte attraberso il tuo sito, etc…, ma direi che di alcune cose possiamo avere un’idea.

Hai pensato a “cosa digiterà” (l’utente) ma non a “cosa desidera veramente” (la persona)

In quella estrema sintesi di due parole “hotel Senigallia” ci sono circa 90.000 ricerche effettuate nell’arco dell’ultimo anno (da settembre 2014 ad agosto 2015). Capisci da solo che quelle 90.000 richieste portano con se tante storie diverse, tanti bisogni e necessità differenti. C’è chi cercava un posto per passare una notte e magari ha scelto su Booking.com la prima stanza libera al miglior prezzo. C’è chi stava pianificando la vacanza, chi cercava in realtà un hotel con piscina, chi un hotel che accogliesse animali, chi voleva un hotel a Senigallia tutto incluso e chi cercava un hotel a Senigallia con il centro benessere.

Incrocio domanda e offerta

Sembra banale, una delle leggi base dell’economia, ma forse a volte ce la dimentichiamo. Le persone (utenti web) chiedono e tu offri. Cosa offri? Parlando di web, tu offri quello che l’utente trova nel tuo sito e glielo vendi nel modo in cui il tuo sito web glielo propone. Ecco allora che qui nascono spesso i problemi. Ti preoccupi di parlare di te stesso invece che “rassicurare” o “ascoltare” quello di cui ha bisogno il tuo potenziale cliente.

Non basta la giusta offerta alla domanda, devi venderla!

Ti faccio un esempio. Se una persona cerca “hotel Fiumicino”, sta cercando in realtà un hotel vicino all’aeroporto di Roma-Fiumicino (credimi non cercherà “hotel aeroporto Roma”, volume bassissimo di ricerche infatti). Sicuramente penserai: ok, gli faccio una pagina che gli racconta che sto vicinissimo all’aeroporto, che ho l’asciugacapelli in bagno (siamo nel 2015 eh!) e che ha il transfer da e per l’aeroporto. Tutte cose giustissime, guai a non metterle. Ma. Mettiti nei panni di quella persona (costruisci appunto una o più personas, un prototipo di utente) e immedesimati in lui, nei suoi dubbi, incertezze, aspettative, entusiasmo, bisogni, necessità. Sono e siamo persone, prima che utenti. Questo è l’aspetto più importante.

Io mi immagino una (delle tante possibili personas) per esempio, che sta per partire in viaggio di nozze dall’aeroporto di Roma. Viene da Senigallia, ha il volo per New York alle 09:40 e quindi vuole stare in aeroporto almeno alle 08:00. Le scelte plausibili sono 2: parte da Senigallia alle 04:00 di mattina per andare a parcheggiare l’auto in uno dei parcheggi in prossimità dell’aeroporto (se ha scelto l’auto per andarci) oppure decide di arrivare il giorno prima, magari concedersi un breve giro per Roma e così la mattina dopo è già in zona aeroporto fresco e riposato.

Questa è la sintesi di una storia intitolata “hotel Fiumicino”. E non abbiamo ancora definito completamente queste personas perchè in realtà non abbiamo coinvolto ancora il suo stato emozionale: è euforico per il viaggio che sta per intraprendere, è preoccupato perchè non è mai stato in quella zona e magari si chiede se è sicura, non sa come funzionano i parcheggi a lunga sosta (sono sicuri?), come raggiungerò l’hotel poi, e a cena a Roma ci vado con la metro? Stai sicuro che oltre alla ricerca dell’hotel, quella persona cercherà anche tutte queste altre risposte alle sue domande. Perchè non gliele dai tu quelle risposte?

Offrigli qualcosa di più dei tuoi servizi. Offrigli quello che vuole e gli serve veramente. Certezze, sicurezze, rassicurazioni, consigli e in definitiva un’esperienza positiva che gli faccia vivere anche questa parte del viaggio di nozze come un piacevole ricordo. Che hai l’asciugacapelli in camera, ok… ma non stava cercando quello (lo dava per scontato tralaltro).

La morale della favola è che è inutile che ti preoccupi tanto di ottenere la prima pagina per il tuo hotel su Google se poi non hai un sito web o una landing page capaci di convertire quelle visite in richieste. Cerca allora di lavorare bene sulla tua offerta (è ancora più importante che come lo comunicherai per me: se non c’è un prodotto valido sarà difficile venderlo), poi cerca di incrociarla con la domanda nella giusta maniera ovvero cerca di venderla nel modo giusto al momento giusto!


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